Le cappelle delle borgate di Roccavione si inseriscono nell’ambito del tessuto abitativo sviluppatosi a ridosso del capoluogo comunale tra il XVII e il XVIII secolo, quando le borgate erano densamente popolate da famiglie il cui sostentamento era dovuto alle attività agro-silvo-pastorali, caratteristiche dell’area alpina. Con lo spopolamento e la trasformazione degli insediamenti periferici in seconde case, le cappelle sono progressivamente cadute in disuso e oggi vengono utilizzate in occasione di ricorrenze e attività legate al folklore locale.
Si tratta di edifici sacri costruiti tra la prima metà del XVII secolo e la metà del XIX secolo che hanno subito intervento di restauro, anche pesanti, a partire dal secondo dopoguerra. Nonostante l’antichità di alcune di esse si tratta di edifici con un valore artistico limitato. Al netto delle dispersioni e dei restauri – in alcuni casi importanti – struttura e dotazione fanno riferimento a schemi imposti dalla controriforma e dal linguaggio barocco diffuso nel contesto delle valli del Piemonte Meridionale tra XVII e XVIII secolo.
Tra tutte le cappelle, quelle di maggior pregio è sicuramente la cappella di San Rocco. Situata all’uscita del centro abitato in direzione Robilante e probabilmente eretta nella seconda metà del XVI secolo la cappella si compone come da tradizione di un unico vano molto semplice nella decorazione e nella definizione degli spazi e contiene alcuni affreschi realizzati nel XVI secolo sulla parete di fondo e oggi incorniciati da stucchi settecenteschi, dei quali rimangono oggi due lacerti che raffigurano la Vergine e San Rocco, una lunetta raffigurante Dio Padre e una fascia con grottesche. Tutte le altre cappelle risultano più recenti e nonostante non conservino articolari tesori rappresentano importanti testimoni della fede di un tempo.