Borgo San Dalmazzo si sviluppa all’imbocco delle valli dei torrenti Gesso e Vermenagna e del fiume Stura.
La città ha una storia lunga ventiquattro secoli: secondo alcune fonti, infatti, la presenza di un primo insediamento celto-ligure risale al 300 a.C. In epoca romana era denominata Pedona ed era il fulcro di un sistema territoriale legato alla centuriazione e luogo di riscossione della tassa sulle merci in transito al confine tra l’Italia e la Gallia. Nel 1167 assunse il nome Burgus Sancti Dalmacii in onore del Santo evangelizzatore che fu venerato come Santo a seguito del martirio avvenuto, secondo la tradizione, il 5 dicembre 254 proprio in prossimità del borgo.
Il centro storico conserva ancora oggi un’impostazione urbana di stampo tardo-medievale, quando era protetto da una cinta muraria della quale restano oggi tracce nella Porta di San Rocco, l’unica superstite delle tre che permettevano l’accesso al ricetto medievale, e nella Cappella di San Rocco, costruita nel 1523 all’esterno dell’abitato.
Sul lato opposto del centro storico, in corrispondenza dell’antica via romana che conduceva verso i passi alpini, sorgeva invece l’antica abbazia di Pedona oggi testimoniata dalla chiesa parrocchiale di San Dalmazzo, sul retro della quale si apre il Museo dell’Abbazia.
A pochi metri dalla parrocchiale in direzione del centro storico sorge la chiesa della confraternita di Santa Croce, detta la crusà (XVIII secolo). Proseguendo sulla strada che taglia centralmente l’abitato si incontra la Torre Civica, costruita nel XVI secolo per consentire l’accesso al ricetto. Dopo pochi metri si apre la facciata della Chiesa della Confraternita di San Giovanni – detta la misericordia (fine XVI secolo).
Sull’altra direttrice è invece presente la Chiesa della Confraternita di San Magno, già documentata nel XV secolo e attualmente accostabile per tipologia e stile alle chiese barocche del XVII secolo. Da qui si arriva ai piedi della collina di Monserrato, sulla cui sommità è situato il Santuario di Monserrato, costruito nel XVII secolo e da allora più volte rimaneggiato, che rappresenta un notevole punto panoramico.
Nel piazzale a fianco della stazione ferroviaria si trova il Memoriale della deportazione, un’installazione permanente in cemento armato, sagome in ferro e carri ferroviari che ricorda le tragiche giornate del 21 novembre 1943 e del 15 febbraio 1944, quando qui vennero ammassate e deportate quasi 500 persone. Nel 2001 Borgo è stata insignita dal Presidente della Repubblica della Medaglia d’Oro al Merito Civile per l’opera di salvataggio di centinaia di ebrei ricercati dalle milizie naziste, oltreché per la scelta della lotta partigiana da parte di numerosi cittadini.
L’ufficio turistico e i principali spazi culturali della città hanno sede presso l’ex stabilimento delle Officine Bertello, che produceva magazzini automatici.
Borgo San Dalmazzo ha una forte vocazione enogastronomica grazie all’allevamento della chiocciola Helix Pomatia Alpina, protagonista della Fiera di San Dalmazzo (Fiera Fredda) che si svolge a inizio dicembre dal 1569, anno in cui fu istituita da Emanuele Filiberto di Savoia, e alla tradizione di alto profilo nella produzione di cioccolato, cui è dedicata la manifestazione di fine inverno “Un Borgo di cioccolato”.