L’abitato di Robilante sorge in una vasta conca pianeggiante circondata da castagneti sulla sinistra del torrente Vermenagna. L’etimologia del nome non è del tutto chiara, ma verosimilmente sembra derivare dal latino robur che significa quercia o anche forza. Il toponimo compare per la prima volta come Rubulandus nel 1041 e successivamente come Ribolendus nel 1311.
Robilante di certo era abitata da coloni romani fin dall’epoca pre-cristiana e gli abitanti di questa zona erano iscritti alla tribù Quirina, sotto il municipium di Pedona. Interessanti sviluppi stanno inoltre emergendo sulla frequentazione romana della zona (Epoca degli imperatori adottivi Traiano – Adriano, circa 100 d.C.). In seguito Robilante fu sotto il controllo del vescovo di Asti con un’interruzione per le scorrerie saracene e passò quindi a far parte del distretto di Cuneo, dominio degli Angiò. In questo periodo Robilante si costituì come comune. I secoli successivi furono contraddistinti da frequenti controversie con i comuni di Cuneo e Vernante; nel XVI secolo il comune fu concesso in feudo ai Nicolis, signori di Varallo, che con il titolo di conti di Robilant garantirono un periodo relativamente lungo di pace. Il XIX secolo fu caratterizzato dal continuo passaggio di truppe militari nella prima metà e da una ripresa commerciale e industriale nella seconda.
Dopo le due guerre mondiali, cui il paese pagò un pesante tributo di sangue, Robilante vede il rapido fiorire delle industrie legate allo sfruttamento delle cave e il conseguente abbandono dell’agricoltura e delle frazioni.
Oggi Robilante si presenta come un comune da un lato ancora vocato all’attività industriale, ma allo stesso tempo proiettato verso nuove iniziative di valorizzazione del territorio e di ripresa turistico-culturale: ne sono un esempio i numerosi percorsi escursionistici segnalati come ad esempio il sentiero Valerio Tassone, il viasoel Jors de Snive e l’anello didattico delle Barme “La Magia del Bosco”, ma soprattutto l’iniziativa dell’Anello di Valle Vermenagna (AdV), che prevede un percorso sentieristico lungo le due aste della valle (lato destro e lato sinistro) da Roccavione a Limone, per un totale di oltre 60 km ciclo escursionistici, che verrà inaugurato nell’estate 2019. Sono in previsione altri percorsi naturalistici (Sentiero dell’acqua corrente) nel fondovalle e ulteriori percorsi di collegamento con l’Anello di Valle (AdV), in via di definizione. Da non dimenticare la nascita di interessanti piccole realtà produttive di nicchia che stanno lentamente emergendo ad opera di giovani locali nei valloni laterali del Montasso, di Tetto Pettavino e di Vermanera: laboratori di trasformazione del miele, oppure di piccoli frutti, oppure ancora aziende agricole di nicchia che producono anche varietà da sementi antichi, così come l’affermarsi dei primi B&B in paese, segno di una nuova visone nell’utilizzo del territorio.
Nel cuore del paese da non perdere la chiesa parrocchiale di San Donato dall’elegante aria barocca e di origini medievali, il pregevole affresco della Madonna con il Bambino di via Emina e l’antichissimo mulino ad acqua di via Ghiglione, dove dal 1650 si macinano molti cereali e mais.
Sul territorio comunale sono molte le cappelle degne di nota, tra le quali quella Madonna del Laghetto alle Piagge, dove dal 1899 (anno di ultimazione dei primi lavori) a inizio agosto si tiene una festa molto sentita, e numerosi i piloni votivi, ognuno dei quali ricorda un fatto storico o, semplicemente, attesta la fervente devozione della popolazione locale.
Robilante ha una forte tradizione musicale: il comune presenta il rapporto tra numero di abitanti e numero di suonatori tra i più elevati sul territorio nazionale. In ogni famiglia sono custoditi almeno una fisarmonica o un clarinetto, strumenti sempre presenti nelle feste nelle osterie e nelle veglie invernali, nei balli estivi e nelle celebrazioni di compleanni e anniversari. Il 2 giugno Robilante ospita Sounà e Cantà, raduno di cantori spontanei e dei suonatori della Valle Vermenagna.
Nel 2005 è stato inaugurato il Museo della Fisarmonica, della Musica e dell’Arte popolare. Dal 2017 sono visitabili il Museo del Suono e della Comunicazione, con un percorso che si snoda tra il Settecento e i giorni nostri, e il Museo permanente dedicato alla ferrovia Cuneo-Nizza, a cura dell’Associazione Ferroclub Cuneese. Sono in previsione nei prossimi anni gli allestimenti di altri due Musei: il completamento del Museo Ferroviario con la sezione dedicata alla Ferrovia “Cuneo-Nizza fortificata” a cura dell’associazione ASFAO (Associazione Studi Fortificazioni Alpi Occidentali) e la sezione Alpina del “Museo Diffuso delle Opere di Jors de Snive”, presso la frazione di Snive in un fabbricato ristrutturato a quota 1.200m.
Ulteriori sviluppi museali potranno aversi nel caso gli studi in atto da parte della Soprintendenza Archeologica confermassero la frequentazione romana della zona, sinora accertata da interessanti reperti recentemente scoperti in loco.