La cappella, costruita da un sacerdote brigasco che aveva soggiornato a Roma, Guglielmo Alberti, fu aperta al culto nel 1684. Un cartiglio datato 1730 ricorda l’installazione della confraternita, che non sembra essere all’origine della costruzione.
La pianta, vicina all’ellisse, ricorda un tipo di architettura barocca iniziata dal Bernini a Roma.
All’edificio, situato su un pendio accanto alla chiesa, si accede da un’ampia scalinata frontale.
La facciata principale curva, con un cornicione intermedio che simula due livelli, è scandita da quattro pilastri. La porta centrale, sormontata da una cornice aggettante curvilinea, è incorniciata da vasi fiammeggianti. Su entrambi i lati si trovano ampie nicchie coperte da volte con motivi a conchiglia.
La navata centrale ha quattro campate. Quelle alle estremità sono arrotondati, una contiene l’altare e l’altra la porta d’ingresso. È coperta da volte a botte separate da doppie arcate.
La pala dell’altare, in stucco stile rocaille con putti, incornicia una tela raffigurante l’Annunciazione firmata da Jacobus Rodi nel 1611.
Le pareti laterali delle quattro campate, separate da pilastri di foglie d’acanto, presentano otto dipinti raffiguranti miracoli di Cristo.
Anche le volte delle campate sono dipinte a trompe-l’oeil. Vi compaiono due allegorie: sopra l’altare l’Intercessione della Vergine per le anime del Purgatorio, sull’ingresso una Madonna con Bambino.
La cappella ospita il Museo del Tesoro della Collegiata.