Ad un’altitudine di circa 1.100 m, su una stretta piattaforma di cresta rocciosa, la piccola cappella del Saint-Sauveur sovrasta la cittadina di Tenda, situata circa 300 metri più in basso.
La realizzazione di questa cappella su un vero e proprio nido d’aquila, la qualità della sua costruzione, i resti di affreschi unici nella regione costituiscono un elemento notevole, anche se molto ridotto, del patrimonio della valle Roya.
La piccolissima cappella medievale (probabilmente del XIII secolo) è costituita da una navata a volta a botte e da un’abside a volta a semicatino. Una piccola vetrata semicircolare con feritoie illumina l’abside. Sulla facciata opposta c’è una porta. I tetti sono ricoperti di lose.
Il rivestimento delle facciate è rifinito con grande cura con pietre apposte di diversi sottili spessori, caratteristica del periodo romanico lombardo. Tuttavia, le facciate non presentano decorazioni intagliate quali lesene o arcate di fregi.
I rivestimenti interni sono in gran parte scomparsi a causa del lungo periodo di abbandono alle intemperie e alle infiltrazioni. Tuttavia si possono ancora vedere le tracce di una decorazione, probabilmente del XIII secolo come la cappella.
Il doppio arco tra la navata e l’abside reca i resti di un fregio dipinto.
Sulla parete sinistra dell’abside ci sono tre figure, tra le quali un personaggio che benedice alla maniera di Cristo: la mano destra alzata, due dita distese, una pergamena nella mano sinistra. Sia la rappresentazione sia la tecnica impiegata fanno pensare alla tradizione bizantina.
Un fregio orizzontale dominava l’area dei personaggi.
A lungo in stato di abbandono, la cappella era molto degradata quando fu restaurata negli anni ’90.