Il Comune è citato per la prima volta in un diploma del 1041 come dipendenza dell’Abbazia di Pedona, per poi passare sotto il potere Savoia nel 1364 ed essere concesso in feudo ai Nicolis, signori di Varallo, che ne renderanno celebre il nome grazie al titolo Conti di Robilant.
Robilante è sempre stato un paese dal quale la popolazione doveva emigrare per procurarsi di che vivere; il motto del paese, riportato sotto un’antica pittura del Gonfalone, riporta “Fortunae Robur antecellit” che ben si adatta a ciò. Questo fino all’apertura della fabbrica Buzzi Unicem del 1965 e la società per la produzione del silicio, traini economico cittadino.
Ad oggi comunque non si possono segnalare la presenza di monumenti storici e architettonici di grande rilievo; tuttavia è un paese ricco di tradizioni grazie essenzialmente alla “storia popolare” di una comunità rurale, che seguiva i ritmi dell’agricoltura e delle festività religiose. Fuori dal centro abitato, lungo la strada Montarosso, è presente l’istituto climatico, ente assistenziale e sanatorio fondato nel 1928, all’interno del vecchio castello dei Conti di Robilant. Un piccolo affresco quattrocentesco è collocato sotto un passo carraio di via Emina. È l’opera più antica di Robilante: una terracotta su cui è affrescata la madonna con Gesù Bambino.