Il mulino è stato costruito nel 1660, mentre la prima licenza è datata 1825. Il mulino utilizza ancora oggi macine in pietra attivate dalla forza del canale che movimenta gli ingranaggi. La caratteristica principale di queste macine, ricavate a mano dalla parete di roccia, è la scanalatura che ne segnano la superficie e che sono realizzate con leggeri piani inclinati che spingono la farine verso l’esterno.
La macinatura consiste nella rottura dei cereali (grano, mais, segale, grano saraceno) attraverso un palmento in pietra, con lo scopo di separare la parte corticale dal cuore. L’impianto è caratterizzato da un nastro trasportatore a tazze tramite il quale i cereali raggiungono i palmenti per poi proseguire (dopo la macinazione) verso il setaccio automatico; ad eccezione dell’antica polenta ed alcune qualità di farina che vengono tutt’ora setacciate a mano. Il molino fa parte sin dal 1999 del progetto Slow Food Le strade del gusto.