Documentato dal XII secolo, ma probabilmente di origine più antica, il Castrum di borgo San Dalmazzo sorgeva sul crinale della collina di Monserrato permettendo il controllo delle tre vallate che scendono all’abitato: le valli Gesso, Stura e Vermenagna.
Diverse fonti dell’epoca citano il Castrum de Pedona quale sede di differenti eventi storici, tra i quali spicca l’incontro tra l’imperatore, del Sacro Romano Impero, Federico Barbarossa e il Conte di Barcellona Raimondo Berengario che qui morì (1162). Distrutto una prima volta nel 1231; ricostruito alla fine dello stesso secolo, il castrum venne nei secoli conquistato e distrutto più volte sino al XVIII quando l’area della collina di Monserrato venne messa in vendita e acquistata dalla Famiglia Grandis.
I ruderi sorgono nella parte superiore del parco e risultano oggi attaccati dalla vegetazione e in stato di precarietà. Nonostante questa situazione è ben visibile la parte basale di una delle torri di avvistamento. Nella parte bassa della collina i resti delle cortine si alternano a muri di sostegno dei terrazzamenti superiori. A mezza costa si elevano i ruderi di una costruzione rettangolare di circa m 28×8, denominata da alcune fonti del XVI secolo come la giesiassa (la chiesaccia in italiano). Discosti in direzione ovest sono presenti alcuni resti di una torre cilindrica alta circa m 10 e caratterizzata da monofore strombate sventrate verso l’esterno della cinta. Alla sommità della collina (quota 705) sono presenti le basi di una torre cilindrica di circa m 3 di diametro, e a pochi metri di distanza un imponente muro di m 5 di lunghezza che poteva essere probabilmente una spalla del castello. Il sistema costruttivo di questi elementi, composto da mattoni di recupero alternati a pietre di fiume, permette di datare la struttura al XV secolo.